Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 (Parte 1)

Campanile di Soleto Ettore Bernich 1902 tratto da
Campanile di Soleto Ettore Bernich 1902

Ettore Bernich architetto, 1850- 1914 – Romano di nascita e di formazione, Bernich è in una prima fase attivo nella Roma capitale come prolifico progettista di residenze private, come sfortunato partecipante a importanti concorsi per palazzi pubblici, come autore del singolare Acquario Romano, monumento emblematico della ricerca scientifica e della sociabilità borghese di fine Ottocento, affiancando l’impegno professionale con una raffinata attività di studioso di archeologia e di storia. In una seconda fase, è invece attivo a Napoli e in Puglia, dove mentre costruisce alcune opere d’eccezione – come il palazzo Fizzarotti a Bari – è altresì impegnato nella tutela dei monumenti. Diviene infatti protagonista assoluto di una importante fase di riscoperta e valorizzazione delle cattedrali medievali di Puglia, a cui dedica un assiduo impegno di restauratore, e di studioso perfettamente inserito nell’ambiente culturale della “Napoli nobilissima” di Benedetto Croce.


L’Arte in Puglia

Il Campanile di Soleto.

Di E. Bernich

Nel giugno del 1896 mi recai a Soleto, che dista poco più di due chilometri da Galatina. Sapevo che in Soleto vi erano da osservare alcune opere di arte, tra cui la bellissima torre che avevo da lontano ammirato tante volte col desiderio vivissimo di osservarla sul luogo.

Soleto, per chi non lo sa, è una delle tante graziose cittadine che s’incontrano lungo la via ferrata che da Brindisi mena a Gallipoli.

L’origine è messapica, a giudicarne dagl’importanti cimei trovati nelle tombe a nord e ad ovest del suo territorio. Erano pure dell’epoca messapica le sue mura in parte esistenti ancora nel secolo Xvi, costrutte a grossi blocchi in quadro di sabbioni calcarei. Antonio de Ferraris, detto il Galateo, che li vide, li menziona nella sua opera De situ Japigae.

Nessuna notizia di questa città abbiamo nell’epoca romana; e soltanto verso la fine del secolo XIII il nome di Soleto comincia ad apparire nei documenti. Nella metà del secolo XIV già aveva preso un rilevante sviluppo, per esser divenuta il centro di una vasta contea, della quale facevano parte, fra altre terre e casali, Galatina, Zollino, Aradeo, Noha, Cutrofiano, Sternatia e Sogliano [1].

Il primo conte di Soleto fu Raimondello del Balzo Gran Camerario del Regno ai tempi di Giovanna I.

Egli è sepolto in S. Chiara in Napoli colla moglie Isabella d’Apia [2]. Morirono entrambi nel 1375 e gli sucesse l’unica figluola Maria, che andò sposa a Nicola Orsini Principe di Salerno e Conte di Nola.

La contea di Soleto fu assegnata di poi al secondogenito di costei, Raimondello Orsini del Balzo, valoroso capitano di Carlo di Durazzo, di Ludovico d’Angiò e di Urbano IV.

A Raimondello vine attribuita da tutti gli scrittori la costruzione della torre di Soleto che sarebbe stata fabbricata verso il 1405, o secondo altri nel 1406; ma non si p badato che in quell’anno ne erano scorsi già dieci dalla morte di Raimondello, avvenuta in Nola nel 17 gennaio 1395 [3]. Non tenendo conto di queste date, vi sono altre ragioni d’indole artistica che escludono che la torre sia stata costrutta in quel tempo e per opera di Raimondello. L’impronta stilistica della sua architettura non ha nessun rapporto con quella adoperata nell’interno della chiesa di S. Caterian in Galatina, la quale fu, come sappiamo, riedificata da Raimondello tra il 1384 e il 1391. Le severe linee francescane ad arco ogivale di questa si scostano assai dalla smagliante fiorita architettura della torre Soletina. Questa ha molta affinità col coro ottagonale della chiesa di Galatina che venne aggiunto da Gian Antonio Orsini Principe di Taranto, figlio di Raimondello, qualche decennio dopo la morte del padre suo, ed è probabilissimo che gli stessi artisti che lavorarono nel coro, avessero poi preso parte all’edificazione della torre.

Tutto ciò già affermai nel Corriere delle Puglie del 28 febbraui 1898, dopo che per la seconda volta ero andato in Soleto, ma senza poter assegnare qualche prova estrinseca.

Ma ora non dubito più che la costruzione della torre debba attribuirsi a Gian Antonio Orsini. Ritornando in Soleto nello scorso marzo, salii per la prima volta, non senza pericolo, per mezzo di scale portatili sulla balconata della torre. Ivi trovai, fra gli arabeschi a trafori che ornano il magnifico parapetto, lo stemma proprio di Gian Antonio Orsini.

Questo stemma è simile a quello che vidi scolpito nei pinnacoli, che a guisa di acroteri coronano il fastigio dell’ottagonale coro di S. Caterina, edificato da lui. È di forma quadrata, partito in due; nella prima metà sono le armi degli Orsini inquartate con quelle dei Del Balzo e degli Enchien, cioè della nonna e della madre di Gian Antonio; nell’altra metà è la colonna coronata, arma notissima della famiglia Colonna di Roma alla quale apparteneva Anna figlia di Lorenzo Conta di Amalfi moglie di Gian Antonio Orsini. Non c’è nessun dubbio dunque che l’erezione della nostra torre debba attribuirsi a lui.

(Fine prima parte)


[1] De Giorgi, Geografia fisica e descrittiva della Provincia di Lecce, Lecce.

[2] P. Benedetto da Subiaco, Un monumento di Sancia in Napoli, opera illustrata con rilievi e disegni originali del Bernich, Napoli, 1901. – De la Ville sur Yllon, La Capella dei del Balzo in S. Chiara, in Napoli nobilissima, col. 1; Il Castello di Casaluce, ivi, vol. X.

[3] Litta, Famiglie celebri italiane.

da Rivista di topografia ed arte napoletana. L’arte in Puglia – Il Campanile di Soleto di Ettore Bernich – Trani 1902

Link

Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 – Parte 2

Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 – Parte 3

Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 – Parte 4

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