Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 (Parte 2)

Guglia di Raimondello Orsini del Balzo da una foto riproduzione d'epoca, anni '50. Fonte Wikipedia
Guglia di Raimondello Orsini del Balzo da una foto riproduzione d’epoca, anni ’50. Fonte Wikipedia

Parte seconda

Questa torre viene comunemente chiamata, non si sa perché, guglia gotica. In realtà, essa non è se non il campanile della chiesa di S. Antonio da Padova, l’unica parrocchiale di Soleto [4]. La chiesa in origine doveva anche essere di stile gotico fiorito, ma non dopo che venne scossa e diroccata dai terremoti, fu rifatta tra il 1770 e il 1783 sui disegni dello architetto Antonio Preite da Copertino, con una facciata a due ordini, jonico e dorico, di uno stile incolore, freddo e senza carattere. La pianta che è a croce latina si distingue per le armoniche sue proporzioni e le crociere delle vòlte hanno aspetto grandioso. Di antico non c’è restato più niente; solo vedesi un fonte battesimale intorno al quale sono rilevate delle teste egregiamente modellate, opera certo del secolo XIV.

In origine il campanile che trovasi al lato destro del prospetto della chiesa, doveva sorgere sorgere isolato. Misura metri 45 d’altezza, la pianta è quadrata, e i lati sono di poco più che 5 metri. Ha la fronte ad occidente, e tutta la massa murale è ripartita in cinque ordini, come si vede nei disegni che qui unisco. Nel lato a settentrione, nel primo ordine veggonsi, un po’ scolorite dal tempo, affrescate alcune figure, incorniciate entro edicolettedi forma ogivale. Ricordano un po’ la maniera degli affreschi di S.Caterina in Galatina. Rappresentano S.Nicola, S.Stefano e S.Antonio; e furono dipinte sopra altre già esistenti, come ho potuto constatare. Accanto vi è murata la lapide che ricorda il restauro eseguito nel 1832, essendo sindaco Salvatore Manca. Il secondo ordine, come il primo, non ha finestre. E’ diviso anziché da una, come l’antecedente, da una doppia cornice ad archetti trilobati. Il terzo ordine rientra un poco dal vivo del muro sottostante, e nei quattro suoi lati vi sono aperte delle finestre ad arco circolare, divise da una colonnina tortile nel mezza, formando una bifora dagli archi gemini trilobati. L’arco è rinquadrato da una cornice le cui linee verticali poggiano sul dorso di piccoli leoncini a tutto rilievo; e questi su colonnine a spira, che colle altre mezze colonne rientranti formano un insieme pieno di movimento. L’arco geminato colle due trilobe, è fatto in maniera che il centro si risolve in un motivo a traforo a guisa di cuore. E’ una combinazione veramente geniale ed attesta nell’artista che la seppe ideare ed eseguire una padronanza delle seste come dello scalpello.

Guglia di Raimondello Orsini e chiesa matrice della SS. Maria Assunta, Soleto. Fonte Wikipedia.

Il quarto ordine ripete su per giù l’istesso motivo, con le stesse tipiche finestre; soltanto le colonnine hanno il fusto più gentile, e il vaso dei capitelli più allungato
e meglio lavorato e il davanzale intagliato a punte di diamante. Lo dividono cornici ricorrenti all’altezza dei capitelli, e alla metà delle finestre, e sopra le colonnine affiancate negli stipiti annodandole tutte fra loro. La stessa maniera vedesi praticata nella parte esterna del finestrato del coro di S.Caterina. Alcuni particolari, specie i profili delle cornici, sono comuni in ambedue i monumenti. La cornice di divisione fra il terzo e il quarto ordine ha nel centro di un archetto, invece della triloba, scolpita la croce di Gerusalemme.
Sopra i quattro angoli della cornice che divide il quarto ordine l’architetto pose dei grifi, certo per occultare la rastremazione del muro che qui è più accentuata [5]. Come vedete, nessun ripiego, nessun particolare tecnico è stato trascurato dall’autore di questa opera, perché le sue linee prospetticamente si mantenessero garbate e senza strapiombi. Questo ordine termina con una graziosa balconata, che porta scolpiti gli stemmi e che sembra coi suoi trafori un vaghissimo merletto.
Il quinto ordine poggia sopra una specie di stilobate ottagonale, ornato di una cornice
ad archetti, la cui elevazione venne giustamente calcolata dall’artista, in maniera che nessuna delle sue parti viene occultata. Quest’ultimo ordine è degno coronamento di tanta opera, dove l’arte si unisce ad un tecnicismo ammirevole: è una specie di “tiburio” ottagonale, aperto da otto finestre bifore, dove sugli ottagonali si elevano, a guisa di contrafforti, delle colonnine che hanno capitelli con leoncini alati. Le finestre sono sormontate da frontoni acuminati, impostanti su altre colonnine che formano stipiti alle medesime.
Termina tutto con una leggere cornice ad archetti circolari sostenuta su mensole di vario disegno. E’ un insieme splendido, ben pensato, e maturato certo da una mente ricca di fantasia, ma precisa nella distribuzione dei valori decorativi.

La cupoletta sferoidale rivestita di maioliche policrome non è originaria; risale a pena nella metà del secolo scorso, come mi assicurò il canonico Manca di Soleto, fervente amatore dei patrii monumenti [6].

Secondo lo stile, la torre doveva terminare a piramide, presso a poco nella forma che qui disegno dallo schizzo. Alla beltà della torre concorre efficacemente l’eccellente materiale: è una specie di calcare ferruginoso, di grana finissima, docile allo scalpello, che all’aria indurisce ed acquista un simpatico color rossastro. Non si caria come la pietra detta leccese, e né si deforma sotto le forti pressioni. Si presta ad ogni più fine lavoro d’ornato, come prova il modellato del fogliame dei capitelli, dei fiori, dei trofei sottili come la cera, che sotto i raggi del sole di Puglia si fondono assieme assumendo delle tinte smaglianti.

(Fine seconda parte)


[4] Nel Voyage pittoresque à Naples et en Sicile di S. C. Richard de Saint-Non (Paris, 1786), è delineata alla tav. 64 la veduta di Soleto, dove si scorge la nostra magnifica torre, e un’altra più lungi non compiuta, in cui mi sembra di ravvisare l’altro campanile che poi fu aggiunto sul lato nord della chiesa, quando questa venne rifabbricata. Il campanile resta tuttora incompiuto: una lapide dice che i lavori vennero fatti nel 1782 dal vescovo.

[5] Il muro d’ambito della prima zona è grosso m 1.60, 1.55 la seconda, 1.50 la terza, e appena 1,40 la quarta zona. Al quinto ordine la grossezza del muro è di 1.80 centimetri.

[6] E’ anche un appassionato ricercatore di antichità, e in sua casa ho ammirato raccolte di monete, di vasi in terracotta, di bronzi e di altri oggetti rinvenuti nel territorio Salentino.


Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 (Parte 1)

Una risposta a “Campanile di Soleto di Ettore Bernich 1902 (Parte 2)”

  1. Soleto,ha tantissimi tesori,scrigni che bisognerebbe valorizzare maggiormente.
    E si deve,la possibilita’ai tantissimi giovani senza reddito di occuparli,per pulire talune zone messe male.
    Perche’,se confermata l’ecotassa al 25,82% a tonnellata,ci sara’una rivolta reale concreta e giusta.
    E la gente,stara’li a pagare cosi allegramente?
    Bne,vengano queste lodevoli iniziative su concetti parco del mago.
    Ma poi,la cittadinanza come la si fa a coinvolgere,con una notizia…sempre se confermata aumento incondizionato dei rifiuti anno 2016?
    Un’abbraccio Salvatore e buon lavoro sempre!!!

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