Ispirato alla figura storica e mitologica di Matteo Tafuri, “mago”, sapiente e filosofo della natura personaggio di spicco del Rinascimento Salentino di chiara fama internazionale, il Parco comprende un’area di indiscussa bellezza caratterizzata dalla presenza della “Serra” Murica, importante dorsale collinare del centro Salento, da cui prende vita un vasto pianoro. Luoghi di rilevante fascino paesaggistico, ricchissimi di di innumerevoli elementi di pregio, naturalistici, architettonici e culturali: doline e laghi temporanei, vaste aree ulivetate con numerosissimi esemplari monumentali, distese di preziosa macchia mediterranea che si alternano a paesaggi pseudosteppici fatti di prati rocciosi e gariga tra i quali si ergono arcaici monumenti megalitici millenari tra antiche masserie, abituri in pietra a secco (furnieddhi e pajare) e un fitto reticolato di muretti realizzati in pietra alcuni dei quali di epoca romana e messapica. Un tale paesaggio è frutto dell’intreccio e connubio nei secoli di civiltà e culture che qui vissero e a questi luoghi affidarono le tracce del loro passaggio: dalle popolazioni neolitiche, ai messapi, elleni, romani, normanni, greco-bizantini, e tantissimi altri ancora, presenze vive in una terra di cultura antica ancora oggi pulsante che, di generazione in generazione, si tramanda sul territorio e tra le genti e in tutto il suo fascino giunge sino a noi e trova oggi ancora voce nella lingua grika e nella lingua romanza vernacolare figlie e madri di questi luoghi. Il Parco del Mago si dimostra così quale vero e proprio “paesaggio narrante” meritevole delle più alte attenzioni di conoscenza e cura. Straordinarietà dei luoghi ancor più confermata per la presenza nel sottosuolo carsico di un importante scrigno d’acqua, elemento base della vita stessa, rappresentato dal grande bacino idrico di profondità da cui l’80% dei salentini riceve l’acqua potabile tutti i giorni nelle sue case. Quindi un’area di innegabile pregio e di estrema delicatezza, che in anni passati subì la realizzazione di una sovradimensionata strada a 4 corsie, SP 367, tutt’oggi vuota e inutilizzata che mortifica i luoghi e lacera la loro naturale continuità ambientale e paesaggistica, così come la discussa discarica di rifiuti di Corigliano d’Otranto posizionata proprio sulla falda freatica quest’ultima è tuttora motivo di grande preoccupazione per tutti i cittadini che ne chiedono la rimozione e bonifica. Questi sono tra i validi motivi che da tempo muovono le popolazioni qui presenti e tutto il Salento affinché si ponga la massima tutela e salvaguardia a questi luoghi.
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