Soleto ne’La Corografia Fisica e Storica della Provincia di Lecce – Parte seconda

Corografia Soleto parte seconda

 

Brano tratto da’ La Corografia Fisica e Storica della Provincia di Terra d’Otranto scritta dal cav. Giacomo Arditi regio ispettore di antichità socio di più accademie letterarie e della Commissione Archeologica della stessa provincia. Lecce Stabilimento Tipografico “Scipione Ammirato” pubblicata tra il 1879 – 1885

Cenno Storico

(Parte 2)

Alquanti storici e geografi antichi, greci e latini, fra le altre segnalarono in questa nostra provinciale Penisola una città greca, la quale col variare dei tempi e delle lingue dominanti, variò anch’essa di nome chiamandosi, Σαλλεντία Σαλεντία (5), Salantum (6), Salentium (7), Salentum (8), Solentum e Soletum (9): e chi la disse originata dalla Magna Grecia o da colonie Tirrene (10), chi da Lizio Idomeneo (11), chi da Greci venuti da Candia dopo la guerra di Troia e così chiamata dal loro duce Salentum (12), chi da un Salete ateniese negli anni del mondo 1590 (13), e chi dai popoli Salluntini emigrati dalla Dalmazia (14). Sia qualunque la vera di queste congetture, od anche niuna, sarà sempre certo, che la città suddetta fu indubbiamente e generalmente reputata greca ed antica non solo ma ampia di chil. 5 e metri 556 (15), ampliam fuisse vestigia murorum ostendunt (16), popolosa di 14 o 24 mila abitanti (17), illustre come tutte le città che avevano per emblema il sole (18), Capitale della Regione Salentina da cui essa tolse il nome (19), autonoma ed indipendente, come documentano le sue monete (20), che si avevano il tipo del porco selvaggio e l’iscrizione ΣΑΛΑΝΤΙΝΩΝ, Salantinorum (21). Il Tafuri ignorava se distrutta per ingiuria del tempo o per opera dell’uomo (22), ed io congetturo che ciò fosse avvenuto o negl’irati conflitti della riconquista dei Repubblicani Romani, perchè i Salentini fecero parte dell’insurrezione contro di loro (23), o dalla licenza dell’esercito di Annibale, del quale esercito il padre della Storia Romana, mixtus ex colluvione omnium gentium, e di Annibale, avaritia ne sacrorum quidem spoliatione abstinuit (24). Ecco perché Plinio il giovane, scrivendo nel primo secolo dell’era nostra disse, Soletum desertum, che alcuni credono in codici più corretti leggersi Salentum desertum (25). Omnia renascentur: l’odierno Soleto, se non è identicamente la città madre, è certo il suo figlio e rappresentante, né deve sorprenderci il suo stato povero e piccino a fronte di ciò che fu, perchè Erodoto c’insegna, e lo tocchiamo anche noi, che, civitates quae olim magnae erant, major horum pars parvae factae sunt; quae vero mea aetate sunt magnae, antea erant parvae (26): cotesta è l’ordinaria vicenda, l’altalena, la rotazione archetipica e costante che muta e trasforma tutte le cose umane!-Gli è vero che oggidì Soleto non offre nulla di antico classico, bensì qualche cosa di medioevale, ma perchè? Perchè l’orco del tempo divora tutto e tutti. Forse questo difetto indusse il chiarissimo Vannucci a scivere «Soleto, senz’alcuna certezza, creduto l’antica Sallenzia e Salento» (27) ma per contro nel secolo XV il Galateo vi trovava ancora le vestigia delle antiche mura vestigia murorum alquibus in locis ostendunt (28) . E che Soleto sia una derivazione della Salenzia del geografo Bizantino, io l’argomento 1. dal nome, ch’è l’indice delle cose – 2. dal luogo ch’è un fatto persistente, 3. dall’impresa simile, 4. dall’autorità della storia – Dal nome, perchè è una pretta traduzione dei nomi primitivi, Salentia, Salanto, Salentio, Salento, Solento, che l’Arcudi scrisse anche Soleto, né altro potrebbe sostituirsi a questo; dal luogo, perchè topograficamente e geograficamente lo stesso della città antica; dall’impresa del sole, perchè identica e trasmessa dalla madre al figlio: dall’autorità della storia, perchè molti e gravi scrittori l’han così dimostrato e ritenuto (29) . – Scaduta e poi caduta interamente la Signoria dei Cesari, sotto la quale erasi alquanto ripigliato, ei, come tutti gli altri paesi, patì per sei secoli le invasioni e le lotte dei Barbari, dei Greci, dei Longobardi e dei Saraceni, che infestarono la nostra Provincia. Quietò alcun poco sotto i Normanni, fatta eccezione di Guglielmo il malo, che lo danneggiò con altri luoghi (30); e quindi tregua fino al 1480, quando fu assalito e spogliato dai Turchi stanziati nella desolata Otranto (31). Non ostante ridotto in parvum oppidulum, come lo disse il Galateo (32), pure circondato ancora dell’aureola della usa antica e tradizionale rinomanza, le memorie del passato fecero elevare a capoluogo di Contea, cui sottostavano Galatina, Cutrofiano, Sternatia, Zollino, Sogliano ed Aradeo, dotato altresì di speciali grazie e privilegi dalla munificienza di Carlo VIII, confirmati da Carlo V nei primordi del secolo XVI (33), tempo in cui la Contea era ancora esistente (34). Ne furon Signori dal secolo XIII in poi: i de Castro, i Tussi, i del Balzo, l’Arcivescovo di Taranto, gli Orsini del Balzo, tra quali Romandello che nel 1347 fece innalzare la torre quadrata da un Architetto di Surbo (35), dichiarata monumento nazionale di 2. categoria nel 1871. Estinta questa famiglia nel 1463, il Contado entrò in potere di Ferdinando Aragonese, il quale lo donò (1479) a Luigi Campofregoso, indi fu governato di conto regio da Tommaso Barono (1481), di poi concesso a Giovanni Castriota Scanderebeh (1485), da cui pervenne ai Sanseverino (1539), poscia alla Regia Corte (1606) e re Filippo 3. (1608) lo vendè ai Carafa, dai quali passò ai Braida (1613), e finalmente ai Spinelli (1615) (36). – Nel 1532 Soleto contava 363 fuochi, 463 nel 1545, 482 nel 1561, 549 nel 1595, 396 nel 1669, 199 nel 1747 e nel 1805, 1805 abitanti (37). Riepilogando, il cammin della vita fu per Soleto quale suol essere per tutti gli uomini, le città e le nazioni, che pascono, crescono, e declinano. – Ei da capitale della Salentina scese a Contea, da contea a Capoluogo di Mandamento e da Mandamento a semplice Comune annesso nel 1862 alla Pretura di Galatina (38). In quanto a religione vi e da crederlo convertito a Cristo nel primo secolo dell’èra nostra, quando appunto S. Pietro Apostolo e i suoi discepoli evangelizzarono la vicina Galatina, e molti altri luoghi di questa Provincia. Il P. Lama affermò che in antico vi fu sede di Vescovo Greco, nominato dal Patriarca Bizantino (39), altri l’han seguito od accennato (40), ma più ricevuta è l’opinione di coloro che vanno in contraria sentenza, non essendo questo un punto storicamente comprovato (41). Come crederlo, se nelle Novelle dell’813, e come altri vuole Chiese, Vescovadi e Arcivescovati sottoposti al Patriarca di Costantinopoli in questa parte d’Italia, non vi figura nè punto, nè poco? – Ben vero è dì, che Soleto essendo greco di origine e di affetto, ebbe molti e dotti sacerdoti greci, e che professò il rito di costoro fino al 1598, tempo in cui l’Arciprete A. Arcudi chiuse l’era della liturgia greca ed aprì la latina (42). L’odierna Parrocchiale fu iniziata nel 1760, sulle macerie di un antico tempio gotico dedicato al Sole, ch’era a 5 navate, sostenuto da 12 colonne, compita verso il 1846. Il Monastero delle Chiariste, vecchio e meschino, fu soppresso nel 1809, riaperto nel 1826 a cura e danaro speso dall’Arcidiacono Viva, abolito nel 1866. Il Convento dei Riformati eretto nel 1602, fu anch’esso soppresso nel 1809, riaperto nel 1834, annullato ed invertito ad altri usi nel 1866. In fine, se la madre, Salento, fu grande ed illustre, il piccolo figlio non fu degenere, poichè inspirandosi in lei, produsse dei cittadini memorandi, ed eccone alcuni esempi:

Anonimo di Soleto, uomo di lettere ed ammaestrato specialmente nelle sacre cerimonie dei greci (43) . Costui non è più un anonimo, ma è proprio l’eruditissimo Arcidiacono Donato Perrino, come ha scoverto e favorito dirmi il savio Can. Giuseppe Manca, che pubblicherà qualche cosa intorno alla sua Soleto.

Arcudi Angelo, Arciprete greco, scrisse un opuscolo titolato degli abusi dei Greci, che indirizzò all’Arcivescovo di Otranto nel 1580.

Arcudi Antonio, figlio del precedente e suo successore nella stessa Arcipretura, versatissimo nella liturgia greca, dettò l’opera: Breviarium Graecum, sive novum anthologion absolutissimus, et accurantissimum ad Nocturno. Diurnas Horas Canonicas, ac preces recitandas compositum, atque collectum iuxta ordinem antiqui et catholici exemplaris ex traditione SS. PP. Sabae, et Studitae etc., dedicata al Pontefice Clemente VIII e pubblicata in Roma nel 1598.

Arcudi Francesco, nacque nel 1596, fu alunno del Collegio greco in Roma, arciprete in Soleto sua patria, amico e familiare del Cardinale Barbarini; eletto vescovo di Nusco il 19 dicembre 1639 traslato in Andria, morì prima di andarvi nel 1641. Dotto grecista e latinista, elegante poeta latino e greco, scrisse: 1. Cantici in onore di S. Mauro tradotti dal greco in latino. 2. Prefazione greca al trattato De timore divinorum iudiciorum del D’Alessandro. 3. Poesie latine ed italiane. 4 Traduzione dal greco in latino di varie opere de’ SS. Padri. 5. Note ed osservazioni sulle lettere di S. Isidoro Pelusiota, pubblicate in Roma dal P. Pietro Possino nel 1670 (44).

Atanasio Niceta, prode in armi che unitamente a due fratelli suoi, si distinse specialmente nelle guerre di Fiandra combattendo a favore di Filippo IV re di Spagna – Meritò il grado di Tenento Generale dell’esercito, e ritornato in patria quello di Visitatore generale delle Fortezze del Regno. (45)

Carrozzini P. Vincenzo, teologo e predicatore Cappuccino più volte Definitore e Provinciale dell’ordine. (46)

Carrozzini Francesco, versato nelle lettere, raccolse molte memorie concernenti la storia di Soleto, ma rimasero inedite ed ignorate-Viveva nel 1796. (47)

Da Soleto P. Angelico, dei Minori Osservanti Riformati, Diffinitore, Commissario, e Vicario Provinciale, celebre predicatore nel secolo XVII. (48)

Da Soleto Fr. Giuseppe, scultore di meritata fama, che lasciò in Provincia e fuori opere ammirate ed ammirande di finissimo intaglio – Finì la vita in Napoli nel 1667.

De Luca Giuseppe, valente ed eloquente avvocato distintosi con ispecialità nel foro penale di Lecce, morto nel giugno del 1865.

Manca Giuseppe, valoroso e benemerito giureconsulto.

Miccoli Gabriele, egregio letterario e poeta latino. (49)

Orsini Pietro, bravo giurisperito che operò a bene del Comune.

Scarpa Matteo, discepolo di Matteo Tafuri, medico, filosofo, ed astronomo di grido-Pubblicò in Copertino nel 1584 un’opera titalata De Anima. (50)

Tafuri Matteo, gran filosofo, medico, astronomo, e scienziato – Nacque nel 1492; viaggiò e studiò in Italia, Germania, Persia, Spagna, Asia, Francia, ed altrove; insegnò medicina, filosofia, astronomia, matematica, e lingua greca, riuscì famoso in tutto. Professando l’astrologia fu creduto un Mago, perchè scienza cotesta allora ignorata.

Lo han detto trapassato nel 1582 ma si sbagliarono, perchè viveva ancora nel 1584. Scrisse: De Ethica; De Physica; De Aeconomia; De Plantis; De Somnis; De Artificio insomniandi; Commentarium in Aristotelis libros de Philosofia; Commentarium in Ptolomei Centiloquium; idem in Phaleridis Tjranni Epistolas; idem in libros de situ Orbis; idem in libros de animalibus Aristotelis; idem in Virgilii Georgicam; idem in sextum Aeneides Virgilii, De Misteriis Naturae lib VIII; De Chiromantia; De Phisonomia; De diebus criticis; De signi Planet, in duo decim domibus; Adnotationes ad varias Tractatus Galeni; idem ad libr. de Astrolog. medic. Hippocratis; Liber experiment mirabil.; De Regimine Sanitatis; Elementa magicae Philosofiae; additionesad libros secretor medicinae Ioannis Me’suae; De utilitate Balneorum; Explicatio Orationis Dominicalis; Homiliae quatuor; Oratio ad Divam Mariam. (51)

(Vedi parte prima de’ La Corografia Fisica e Storica della Provincia di Terra d’Otranto)


[5] Stef. Bizant, De Urbibus.

[6] Cluverio. Ital. antiqua.

[7] Il Ravennate, Geograf.

[8] Galateo de Situ Japygae.

[9] Isacc. Voss. Pag. 722; Arcudi Ant. Lett. Del 1598 a Clemente VIII.

[10] Mazzocchi Tab. eracl. Pag. 543 not. 109.

[11] P. Lama Cron. Part. 2; Marciano Lib. IV. Capo XVIII; Maselli, Menolog. Dell’Archidioc. di Otranto.

[12] idem.

[13] idem.

[14] Il Regno di Napoli illustr.

[15] Filippo Ferrar.

[16] Galat. cit. oper.

[17] P. Lama cit. oper. Pag. 161. Attanasio, Memorie.

[18] Oper. Del Cav. Vargas.

[19] Ved. Nel Giorn. Lett. di Napoli, Vol. 58, pag. 75 anno 1796, in Lettera del Bibliotecario Giustiniani sopra Soleto dedicata al chiarissimo Michele Arditi.

[20] Mazzocchi cit. oper. Diatrib. 1. Cap. V.

[21] Golzio, De re numeraria antiqua; Arduino a Plin. lib. 3; Gessuer tra le monet. Pap. ed Urbiche tabul. LVIII n. 35, e LIX n. 1., Froelich, notit. elem. p. 110; Zaccaria, Istit. Antiquario numismat. p. 403; Bentinek, Catal. 2. p. 967; Rasche tom. IV. Part- 1.; Mazzocchi Prodron alle Tavole di Eraclea pag. 34, ove cita pare il Mayer; Monsignor Cavedoni, Bollettin. di corrispond. archeolog. di Roma, Marzo 1860, pag. 64.

[22] Tafuri, note al Galat. De Sit. Iapygiae.

[23] Tit. Liv. Lib. XV e XXV.

[24] De Bello Punic. 26 e 29.

[25] Plin. Histor. Natur. Lib. 3. Cap. XI.

[26] Erod. Stor., nel Lib. 1. Cellario nella Prefaz. ai tom. 1. della Geografia.

[27] Stor., dell’Ital. Antica. Lib. 1. Cap. IV p. 338 della 3. ediz. 1873.

[28] De Situ Iapygiae.

[29] Ved. per tutto il Giustin. Nella cit. Lettera sopra Soleto pubblicata e dedicata a Michele Arditi nel 1796-; Vossio not. a Pomp. Mela, p. 722, ed altri assai.

[30] P. Lama, cit. oper. P. 1. p. 163.

[31] Coniger, Cronac.

[32] Galati. cit. oper.

[33] Giustin. cit. Lettera.

[34] Galati. cit. oper.

[35] Giust. cit. Letter.; De Simone, Architettouica p. 9.

[36] Giustin. cit. Letter.

[37] Registri della Situazione del Regno.

[38] R. Decreto del 25 sett. 1862, Numero 837.

[39] P. Lama, cit. oper.

[40] Marcian. Descriz. della Provinc. Lib. IV, Cap XVIII.; Tassell. Antichit. di Leuca; Pacichelli, Regno di Napoli, in prospettiva, ed altri.

[41] Giustin. cit. Lettera.

[42] Arcudi, Lettera al Pontefice Clemente VIII.

[43] Giov. Alberto Fabricio, Biblioteca greca, tom. X p. 545.

[44] Per un secolo gli Arcudi, provenienti forse da Galatina occuparono a padre a figlio l’arcipretura di Soleto, per ciò qualche equivoco sul luogo del loro nascimento. Ma i suddetti Angelo, Antonio e Francesco si affermarono Solitani, e ne parla tra gli altri, il D’Affitto, memorie degli Scrittori del Regno di Napoli, tom 1 p. 426 e seg.

[45] P. Lama cit. oper. Pag. 166 e segg.

[46] P. Lama a p. 163.

[47] Giustin. Diz. ec. Del Regno di Napoli, nota al vol. 9 pag. 60.

[48] P. Lama nella prima e seconda parte della cron.

[49] Toppi, Biblioteca Napol., P. Lama 2. parte p. 164.

[50] Tafuri, Scrittori del Regno; Tommas. Arcudi, Galatina Letterata p. 79, ed altri.

[51] Toppi, Bibliot. Napolit. – Tafuri, cit. oper. -; Arcudi cit. oper.; P. Lama cit. oper.; Pacichelli, Marciano, Giov. Battista della Porta. ed altri.

Fonte: https://archive.org/stream/lacorografiafisi00ardi#page/564/mode/2up

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