Parco del Mago: nasce l’associazione pietra miliare di un percorso “dal basso”

COMUNICATO STAMPA

20/03/2018

Parco di Comunità del Mago: il primo giorno di primavera “sboccia” l’associazione “dal basso” della Rinascita del Salento.

Nasce l’associazione Parco di Comunità del Mago

pietra miliare di come una nuova visione di sviluppo e tutela del territorio sia non solo possibile, ma l’unica via maestra per il benessere dei luoghi e dei cittadini di oggi e di domani.

Su slancio di tantissimi cittadini uniti in associazioni e operatori d’aziende da anni impegnate nelle economie virtuose ed etiche del territorio affiancati dall’entusiasta volontà dei 6 comuni del centro Salento si giunge finalmente alla nascita dell’Associazione del Parco di Comunità del Mago, pietra miliare per una nuova visione di sviluppo e tutela dei luoghi e del benessere dei cittadini.

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Quando: 21 marzo 2018

Ore: 19:00

Dove: Zollino – Palazzo Raho (Vedi mappa)

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Mercoledì 21 marzo 2018 alle ore 19 presso il palazzo Raho di Zollino (Lecce) verrà firmato lo statuto dell’Associazione del Parco di Comunità del Mago. A firmarlo saranno i sindaci dei comuni di Zollino, Soleto, Corigliano d’Otranto, Sternatia, San Donato di Lecce-Galugnano e San Cesario di Lecce assieme ad oltre 30 tra associazioni e realtà economiche virtuose che operano da anni con dedizione e successo nel Salento.

Proprio nel benaugurale primo giorno di primavera verrà posta l’importante pietra miliare con la firma dello statuto che porterà a concretizzazione la visione, sorta “dal basso”, di tutela racchiusa nell’idea-progetto “Parco di Comunità del Mago”. Idea promossa da tantissimi cittadini e già accolta positivamente già dal 2013 dalla Regione Puglia in occasione dell’elaborazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).

Che non sia semplicemente un’associazione con intenti tradizionali traspare bene sin dalla lettura dello statuto e, soprattutto, dalle sue finalità. Infatti nell’elenco degli obiettivi statutari emerge prepotente la volontà di voltare pagina rispetto a una logora e infelice cattiva concezione del Bene territorio esposto al mero sfruttamento senza speranza. Un territorio che, negli anni passati, si voleva liquidare con troppa fretta quale anonimo e privo di ogni interesse verso cui l’unica iniziativa praticabile non fosse altro che quella della sua svendita, dissipazione, consumo, della depauperazione e dello stravolgimento fino a giungere allo svellimento e cancellazione proprio dei suoi tratti più distintivi e preziosi, che, solo cattiva volontà, non si volevano analizzare e proteggere.

La mappa del parco con i sei comuni aderenti.

Ci son voluti anni e anni di dibattiti pubblici, di confronti, approfondimenti, analisi, studi sul campo per far emancipare e progredire le convinzioni in certezze scientifiche e le intuizioni in esperienze attive. Associazioni, aziende virtuose ed etiche e comuni con amministrazioni lungimiranti e illuminate hanno potuto dimostrare concretamente, attraverso solidi e lusinghieri risultati, di aver visto giusto. E proprio spostando l’intervento e l’impegno civico dall’emergenza ambientale e sanitaria verso una visione più ampia e complessiva, che passasse dalla difesa del territorio, dalla sua salubrità e natura riportando al centro cittadini e loro diritti costituzionali si è potuto avviare la difficile, ma proficua, via della tutela e valorizzazione. Imprescindibile e necessaria è stata, ed è, la partecipazione costante e il coinvolgimento attivo delle comunità “dal basso” e di ogni singolo componente civico, primo loro custode e vero attore protagonista di questo cammino di rivitalizzazione dei luoghi e della loro millenaria storia.

Grazie a questo nuovo entusiasmo tutti insieme si è deciso, così, di non essere più preda delle emergenze ambientali e sanitarie e di intraprendere, invece, un percorso propositivo più coinvolgente, ampio e organico ponendo al centro lo spirito di comunità quale guida imprescindibile di ogni buona iniziativa e frutto delle più saggie decisioni meditate e condivise che abbiano a cuore la salvaguardia del Bene Comune, del benessere di tutti e, soprattutto, delle future generazioni.

La Rinascenza della terra salentina, mossa in primis dall’amore per la conoscenza, ha assunto quale icona cardine e ispiratrice, non a caso, una figura storica ed emblematica di questi luoghi: messer Matteo Tafuri da Soleto, filosofo e dotto della natura protagonista del Rinascimento salentino, allievo di Sergio Stiso da Zollino. La sua persona, e la sua fama, ha viaggiato per tutta Europa del tempo e il suo proverbiale eclettismo intellettuale l’ha portato a sondare ogni piega del sapere. La tradizione popolare lo volle associato, per i suoi interessi verso l’alchimia e verso la magia naturale, alla realizzazione della sontuosa guglia di Soleto, che, secondo la leggenda, fu edificata dal mago di Soleto nell’arco di una notte, il quale fece ricorso alle sue arti magiche per evocare creature fantastiche e oniriche sottoposte ai suoi ordini. Nel tumulto generale della costruzione al sorgere del sole alcune di queste creature, attardatesi, si videro pietrificate ornando gli angoli e i cornicioni della favolosa torre, facendo bella mostra di sé, ancora oggi.

E della stessa magia trasuda l’arte presente su palazzi antichi, chiese, monumenti e nei vicoli storici del cuore del Salento le cui radici estetiche e culturali affondano in quella natura generosa e affascinante di questi luoghi che artigiani sapienti nel corso dei secoli hanno saputo cogliere e interpretare.

Paesaggi intensi e magnifici fatti di skyline unici, natura che sin dalle viscere della terra offre risorse vitali insperate e preziosissime, ma, al contempo, fragilissime qual è l’acqua prima fonte di vita, qui presente. E come non pensare alla magia al cospetto dei giganteschi patriarchi verdi quali gli ulivi monumentali, millenari, che fanno materializzare agli occhi dell’osservatore sognatore e attento, figure fito, zoo e antropomorfe nascoste nei loro tronchi scolpiti nel tempo ulivi abitanti silenziosi del bellissimo bosco degli ulivi immersi tra prati rocciosi, stagni effimeri ed essenze spontanee di macchia mediterranea, storico bosco osservato già dallo studioso rinascimentale Antonio De Ferraris, il Galateo, e menzionato nel suo De Situ Japigiae?

E grazie alla ubertosa naturalità dei luoghi sono nate sin dal tempo dei messapi le più raffinate e ingegnose tradizioni artigiane e contadine, tradizioni che per secoli hanno vissuto in armonia con questi territori sapendone custodire ogni loro elemento naturale e culturale, arricchendo quei paesaggi rurali in fascino e mistero. Sin dai primi uomini erettori di monumenti megalitici, e ancor prima, si è saputo lasciare traccia della presenza e passaggio umano permettendo di goderne e giovarne a chi fosse venuto nei secoli successivi. Proprio questa magistrale lezione di sapienza e rispetto vero, custodita in questi luoghi è l’humus fertile che costituisce l’immenso giacimento culturale, umano, inclusivo, base di ogni crescita umana e di conoscenza a cui tante donne e uomini del Salento hanno indirizzato il loro sguardo ed oggi si vuole consolidato con la costituzione dell’associazione del Parco di Comunità del Mago tramite la quale ciascuno di noi ne po’ fare parte di questo magico tesoro.

Info:

Parco del Mago breve relazione

http://issuu.com/nuova_messapia/docs/il_parco_del_mago_-_allegati_fotografici_low_3

Istruttoria Regione Puglia

http://paesaggio.regione.puglia.it/osservazioni_schede/ID_377_scheda.pdf

Parco territoriale di comunità, paesaggistico e dei saperi

http://nuovamessapia.altervista.org/199-2/


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