Soleto ne’La Corografia Fisica e Storica della Provincia di Lecce – Parte prima

Corografia fine '800 Soleto

Brano tratto da’ La Corografia Fisica e Storica della Provincia di Terra d’Otranto scritta dal cav. Giacomo Arditi regio ispettore di antichità socio di più accademie letterarie e della Commissione Archeologica della stessa provincia. Lecce Stabilimento Tipografico “Scipione Ammirato” pubblicata tra il 1879 – 1885

Soleto

(Parte 1)

Soleto, Comune in Circondario di Lecce, collegio politico elettorale di Gallipoli, mandamento di Galatina, archidiocesi di Otranto: distante da Lecce chil. 22 e metri 222, da Galatina 3,500, da Gallipoli e da Otranto, Ionio e Adriatico, circa 27,778.

L’è sito a sud est di Lecce, in piano alto 91 metri sul mare, nei gradi 2,47,10 di long. or., 40,11,12 di latitud. bor., e va lieto di avere clima saluberrimo, acque piovane bastanti, in cisterne spaziose, così nell’interno, come fuori nel fondo detto Pozzelle.

Le più delle strade strette e tortuose ma tutte ben selciate, i palazzi in buon numero, le villette ed i luoghi arborati ed ombreggianti nell’estramurale, verso la chiesa delle Grazie, e lungo le vie che accennano a Galatina e a Martano, gli danno un’aria cittadinesca, ma sopra tanto io trovo degni di attenzione: 1. la chiesa matrice vasta e colonnata a tre navi, in cui si osserva un’antica pila di acqua benedetta, che alcuni han creduto altare di libazioni, altri fonte battesimale, e con miglior criterio, perché vi stanno scolpiti dei puttini a mo’ di Angioli, che la mostrano opera cristiana piuttosto che pagana; ed un quadro del 1500, che dicesi di un tal Lavinio, rappresentante la Vergine del Rosario, e sotto il ritratto di Matteo Tafuri: la chiesa inotre e collegiata insignita per Bolle di vari Pontefici, specialmente di Paolo V, e serbò fino al 1852 la dignità greca del Protognosta, ossia primus lector del Coro, e quelle di Arciprete, Arcidiacono, Cantore, Primicerio e Decano, che sono i gradi costituenti la forma dei Capitoli Cattedrali e collegiali [1]. Però il Pontefice Pio IX con Bolla del 15 settembre 1853, riconoscendo questa collegiata come instituita nel 1507, gli conservò tutte le prerogative, privilegi, consuetudini, ed altro che possedeva ab immemorabili, ma abolì le dignità di Arcidiacono, Cantore, Protognosta, e Decano, mantenendo quelle soltanto di arciprete e Primicerio, per lo chè di presente la viene ufficiata da esse e da 10 canonici e quattro manzionari [2] – 2. La Guglia bizantina, che sopra una base di metri quadrati 31,62 sorge e s’innalza svelta e quadrangolare fra le più alte della Provincia, istoriata e profusa di bassorilievi, trafori, rabeschi, colonnine, affreschi, leggende, finestroni ed altro di stile gotico normanno, e termina in cima a forma ogivale splendente di mattoni smaltati e variopinti all’orientale: il masso è di calcare tenero, l’opera del secolo XIV come dirò nel cenno storico -3. La chiesina greca medioevale titolata a S. Stefano, la quale ha di greco le forme, alcune leggende, e le pitture affresco, rappresentanti il giudizio universale ed altro [3] – 4. Il Monastero delle Chiariste con chiesetta che conserva un pregevole Ciborio di tartaruga donatogli da un Filomarini duca di Cutrofiano -5. Il Convento che fu dei PP. Riformati di San Francesco con chiesa concedente sacra a nostra Donna della Grazie, ora Cimitero e sede di scuole-6. Le confraternite del Purgatorio e di S. Giuseppe Patriarca, non che la pia unione del Sacro Cuore di Gesù, o Apostolato della preghiera. – /. Due Porte delle 4 che vi erano, niente più dele antiche mura, ma in vece una fascia stradale che gli fa corona, dalla quale si spiccano in diverse direzioni le traverse per Sternatia, Martano, Galatina, e tantosto si avrà pure una Stazione sulla Ferrovia Zollino-Gallipoli – Oltre a tanto vi sono eziandio delle istituzioni umanitarie, altro di utile e di opportuno, come un buon mercato ogni venerdì, [4] la fiera di S. Paolo il 30 Giugno, ecc. – Il complesso dei fabbricati consta di 574 case e 4 mulini riportati in catasto per la rendita di L. 10,273,40 – Lo abitano 2686 cittadini di ogni condizione, prevalenti di numero i contadini, tutti operosi, scaltri, bi-lingui, perchè parlano il volgare ed il greco corrotto; comunemente li chiamano Magari (Maghi) riferendosi al celebre concittadino Matteo Tafuri, che fu così creduto pel suo cinismo e per i suoi studii ed esperimenti fisici e chimici, quando la chimica e la fisica eran bambine, ora giganti (Ved. al Cenno storico) – Conservano ancora la greca usanza del tribolo, ossia dei canti e delle cantatrici funebri in greco ed in volgare, che nell’esequie esercitano un ministero essenziale – L’ossatura scheletrica del territorio è nel più calcare duro, di selce, ed anche di marmo, del quale però non si sanno avvalere – Benchè generalmente sassoso, pure il terreno è fertile e coltivato in olio, frumenti, tabacco, civaie ed altro – Pochi anni fa, a breve distanza dall’abitato, nel fondo Cava grande, si rinvenne la lignite alla profondità di 9 metri, scarsa di solfuro di ferro, abbondante di sostanze bituminose, la migliore fra le note in Terra d’Otranto. Tutto l’agro misura un’estensione di chil. Quad. 38,97; e registra la rendita catastale di lire 71,962,69.


[1] Godin, Tract. de Officiia Ecclesiae etc. tom. 2

[2] Il conseguimento della detta Bolla Pontificia, ch’è un prezioso documento di storia patria, si deve allo zelo del Dotto Can. D. Vito Orsini, il quale vi si adoperò col massimo impegno, e scrisse in proposito un’erudita Memoria, che fu ammirata tanto nella Curia Arcivescovile di Otranto, quanto nella S. Congregazione di Roma, che la tenne a base.

[3] Descritta dal chiaris. Prof. C. De Giorgi, e dall’egregio Chiar. Diehel, Peintures Byzantines, p. 268 e segg.

[4] Decreto del 1813.

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